Biography

BIOGRAPHY

Pittore italiano, diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma, sua città natale, ha studiato con Edolo Masci, Valeriano Ciai e Marcello Avenali. Nel 2008, anche a seguito di varie esperienze di viaggio che lo hanno portato a vivere all’estero per alcuni anni, matura la necessità di lasciare Roma per trasferirsi a Trevignano Romano (RM), e recuperare così un rapporto più stretto con la natura. Questo luogo segnerà infatti una svolta significativa nella sua modalità di vivere e quindi nella sua pittura subito espressa nel ciclo delle Montagne ed ispirata a Rocca Romana, montagna di origine vulcanica dominante il lago di Bracciano.

Il lavoro di Magni è caratterizzato da un’intensa attenzione ai nostri tempi laddove la necessità di raccontarli coincide con una critica diretta verso il mondo attuale ed alle modalità del vivere quotidiano dell’Uomo contemporaneo, sempre più proteso verso un cieco egoismo ed un distacco dalla propria parte spirituale. Il tema basilare della poetica di Magni è infatti il conflitto dell’Uomo spesso sfociante in una mancanza di rispetto verso la Natura che lo circonda. Con l’uso di tecniche miste, collage e stratificazioni delle superfici, metafore della memoria, la ricerca pittorica, – prevalentemente alquanto avara di colori – e quella ceramica (nella realizzazione di opere smaltate in secondo e terzo fuoco e con tecnica raku) affronta l’indagine introspettiva del sé laddove i cicli delle sue Torri babeliche, degli Incendi, dei Reliquiari smaltati divengono luoghi onirici e metaforici, pretesti per un’accusa contro i mali dei nostri tempi. Nelle ultime opere di Magni, preghiere mantra e lettere caotiche compaiono come simboli della confusione odierna ed intendono offrire alcuni spunti per una riflessione. Questo uso delle parole, particolarmente significativo per la poetica dell’autore palesa il suo interesse volto verso una forma espressiva che si esprime con un segno grafico, già iniziato con l’opera “Reset”, laddove il segno a “gessetto” su fondi scuri lavagna riconduce al tema del libero arbitrio e concettualmente all’impermanenza delle cose ma anche all’opportunità di costituire lezione da apprendere per il futuro.
Tra i progetti da citare, Magni nel maggio del 2003 è in Mozambico dove presta la sua creatività nel segno della solidarietà per l’ASEM ITALIA onlus, associazione per l’infanzia mozambicana: lì progetta e realizza con l’aiuto di alcuni giovani, le scenografie dello spettacolo teatrale “Bento” di P. Scannavino e L. Donzella, poi in tournée teatrale in Italia.

Nel triennio 2006-2008 Magni collabora con L’Accademia di Belle Arti di Frosinone dove è chiamato per la docenza della materia di “Metodologia, strumenti e tecniche didattiche espressive”.
Tra le ultime partecipazioni espositive si menzionano:
nel 2011, la personale “Limes Human Land Scape”, a cura di A. G. Benemia, presso lo Spazio Mirionima di Macerata;
“Seguendo il cammino di Marco Polo”, ad Hangzhou (Cina) e a Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa; dalle seduzioni di questo viaggio in Oriente si definisce l’interesse per la terracotta – già manifestato in anni precedenti nella frequentazione della Bottega d’Arte Ceramica Gatti di Faenza – con la realizzazione del ciclo delle “Torri”, icone-archetipo che integrano, in bassorilievo e a tutto tondo, il suo ultimo ciclo pittorico;
la personale “VISUS” a L’Avana nell’ambito della “XIV Semana de la Cultura italiana” su invito del Centro L. Di Sarro e dall’Ambasciata Italiana a L’Avana.
Nel 2012 la mostra “AL BUIO”, nell’ex Lavanderia dell’ex Manicomio di Roma, a cura di P. Pancaldi, con sei opere di grande formato di Mauro Magni, Valerio Berruti, Tommaso Cascella, Bruno Ceccobelli, Angelo Colagrossi e Pablo Echaurren. In questa occasione i musicisti Giuseppe Silvi e Leonardo Zaccone compongono appositamente per le sei opere esposte delle sonorità originali tra cui quella per l’opera di Magni, “Nella confusione di Migdal”;
“Reset” e “Sacro Fuoco”, due grandi opere monumentali site-specific realizzate presso il MAAM di Roma, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, progetto curato da G. de Finis, e la partecipazione ad “Insieme”, opera corale degli artisti del MAAM per il progetto “Terme Culturali” per la Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Biella.
È del 2015 la significativa personale “Con i propri occhi” alla Philobiblon Gallery di Roma curata da S. Aslan.
Nello stesso anno realizza a Viterbo “MARTE-GAZA”, nell’ambito del progetto “Corpus 1462”, l’installazione pittorica pubblica, a cura di G. M. Cervo e A. Rocca, realizzata sulle facciate del rinascimentale Palazzo Perotti.
Nel 2015 è ancora invitato in Cina per la residenza artistica “On One Belt and One Road” ed espone presso il “Ningbo City Exibition” e il “Jiangbei Art Culture Center”. Nello stesso anno una sua opera, “Sacro Fuoco di Velka”, entra a far parte della collezione permanente del DIF, Museo Diffuso di Formello, a cura di G. de Finis.
Nel 2016 è invitato alla IV Biennale di Viterbo dove partecipa con una grande tela sul tema della misericordia e dell’accoglienza agli immigrati, ispirata da un testo shakespeariano.
Espone poi alla mostra “Machina.Scriptoria-Screib.Maschine” curata da P. Pancaldi presso il Museo delle Macchine da Scrivere di Parcines (BZ);
nello stesso anno realizza con A. Colagrossi e V. Pennacchi la grande installazione pittorica/scultorea “Pranzo domenicale – Del precipitare, della dissoluzione”, presso la chiesa sconsacrata di S. Francesco a Velletri (RM), grande opera corale sul senso di caducità della nostra epoca e sui conflitti che la contraddistinguono.
Nel 2016 è ad “Arteporto” nella collettiva curata da S. Polo e S. Calvarese nel Parco Archeologico dei Porti imperiali di Claudio e Traiano a Fiumicino (RM): dove espone il suo ultimo ciclo di “Reliquiari contemporanei” – poi presentato anche nella bipersonale “Terra a Terra” con Colagrossi, a Brescia – ostensori in ceramica smaltata in oro e platino, simboli della nostra cultura e della sua attuale disfatta. Nello stesso anno partecipa poi a “Rompete le righe”, Palazzo Majnoni Guicciardini, con altre opere dello stesso ciclo ceramico. Successivamente è invitato nella grande mostra “A tu per Tour”, Ex Cartiera Latina, Roma, dove espone due grandi tele, parte del nuovo ciclo pittorico dei “Vulcani”.
Nel 2017 realizza la “Gayatri Room #3” presso il MOMA Hostel di Roma, intervento site-specific di pittura ed inserti ceramici innestati su parete, corredato da un allestimento sonoro recitante il Gayatri Mantra in sanscrito.
Ad agosto è nell’ex carcere di Montefiascone (VT) per il singolare progetto “Face to Face – The maieutic machine” curato da G. de Finis.
Ad ottobre 2017 è invitato a Cosenza da A. Dambruoso alla residenza artistica internazionale BoCS Art, dove realizza un lavoro site-specific pittorico ed installativo in omaggio al pensiero filosofico di Telesio.
Nel novembre 2017 espone a Melfi, nel Museo Civico Palazzo Donadoni, con la personale “Finis Terrae” curata da R. Nigro, una grande mostra che raccoglie circa cinquanta opere tra dipinti, installazioni e sculture ceramiche, un percorso ideale e metaforico che partendo dalla Montagna Sacra, passa per Babele ed arriva all’esplosione fiammeggiante del Vulcano.
Nel dicembre dello stesso anno alcuni suoi scritti relativi alla partecipazione al progetto “FACE to FACE, the maieutic machine” svoltosi nell’ex carcere napoleonico di Montefiascone e curato da G. de Finis sono pubblicati nel catalogo omonimo, edito da Bordeaux Edizioni. Sul finire dell’anno, Magni figura tra i novanta artisti selezionati da A. Dambruoso dal progetto BoCS Art Residenze Artistiche Internazionali, per esporre alla mostra inaugurale del nuovo BOCS Art Museum, “Ricognizioni, dai BoCS Art i linguaggi del contemporaneo”, museo d’arte contemporanea sito nel restaurato monumentale complesso medievale di San Domenico a Cosenza.